NE PARLIAMO CON ROSSELLA FORTI, DIRETTORE DEL REPARTO OPERATIVO MARE EXPORT
La pandemia ha pesantemente impattato sul mondo dei trasporti marittimi e continua a farlo. Ci spieghi, nello specifico, cos’è questa “crisi dei container” di cui tanto si sente parlare e a cosa è dovuta?
La Pandemia ha creato una crisi senza precedenti a livello mondiale nel settore spedizioni marittime, crisi che dopo quasi due anni tarda a risolversi perché francamente non vedo tutta questa volontà da parte degli armatori di volerla risolvere.
Sicuramente con l’esplodere della pandemia e la paralisi di molte produzioni si è venuta a creare una situazione che vedeva molto spesso le navi vuote. Da qui la decisione degli armatori di inserire diversi blank sailing e di spostare le navi su tratte più remunerative. Con la ripresa dell’economia, già a partire dalla seconda metà del 2020, si è manifestata la crisi: i mercati occidentali hanno cominciato a sollecitare l’invio di materie prime e prodotti finiti ma le strutture commerciali, porti compresi, non sono stati in grado di sostenere il riaccendersi della domanda spesso per l’indisponibilità di container o di navi da un capo o dall’altro della filiera.
La conseguenza è stata un’impennata verticale dei costi dei noli che non è andata a pari passo con disponibilità e la qualità dei servizi: oggi a prescindere da quanto si paga se non ci sono i container, non si riesce ad imbarcare, inoltre, spesso e volentieri, il servizio che ci viene offerto non è sicuramente all’altezza dei prezzi che ci impongono.
In Europa gli armatori hanno il privilegio di avere una legge che esclude le alleanze armatoriali dal rispetto dell’antitrust, un privilegio che a mio parere dovrebbe decadere visto che stanno attuando tutte una politica tipica delle aziende private di decidere i prezzi che vogliono applicare e a chi dare gli spazi: comportamento non consono al loro ruolo di pubblica utilità.
Gli armatori hanno imparato come triplicare e in alcuni casi quadruplicare se non di più i loro utili e adesso chi li ferma più?
Com’è la situazione attuale e quali sono le difficoltà che state riscontrando attualmente nella gestione del lavoro quotidiano?
La situazione è davvero complicata e le difficoltà che abbiamo quotidianamente nella gestione del lavoro sono molteplici.
Il tempo medio per organizzare una spedizione di uno o due container si è duplicato, per non parlare della pianificazione di spedizioni di lotti di container, anche piccoli.
E' diventato più difficile collaborare con i customer service delle compagnie: otteniamo con difficoltà aggiornamenti e risposte esaustive, ci dobbiamo destreggiare fra tools automatici, “case”, cancellation fee e conferme booking che tutto sono tranne che delle conferme, i cut off nave indicati sono sempre da controllare, il fatto che ci venga confermato il booking non comporta la disponibilità dell’equipment e non comporta nemmeno che il container venga poi imbarcato sulla nave indicata.
Quali consigli ti senti di dare alla nostra clientela per migliorare la gestione operativa?
Non mi vengono in mente strategie particolari che i nostri clienti/agenti possano mettere in atto per migliorare la gestione operativa in questa fase storica, se non cercare di programmare con un certo anticipo le spedizioni, cercare di essere più elastici con le date di carico ed essere consapevoli che non abbiamo molti margini di negoziazione con le compagnie.
Chiudiamo in bellezza: per quali motivi senti doveroso ringraziare e complimentarti con il tuo team (operativo mare export)?
Ho più di un motivo per il quale sento doveroso ringraziare il mio team. Sono fiera del loro impegno e della cura che mettono ogni giorno nello svolgere il proprio lavoro, non si arrendono mai e riescono ancora a stupirmi con soluzioni “creative” per poter accontentare i nostri clienti ed agenti. È proprio grazie a questo approccio al lavoro che, nonostante le difficoltà del periodo, siamo riusciti non solo a non perdere carico e a soddisfare la nostra clientela ma anche a fidelizzarne di nuovi.
Oltre alle competenze la nostra forza consiste nel fatto che amiamo il nostro lavoro, anche nei momenti di stress e di stanchezza quando la giornata si è protratta per ben oltre le 8 ore, qualcuno a turno riesce sempre a stemperare la tensione e a strappare una risata a tutti …. L’unica occasione per la quale li trovo meno piacevoli è quando mi mettono il reggaeton come musica di sottofondo quando lavoriamo.