Il 2021 si dimostra, come atteso, un anno di transizione caratterizzato da un forte rimbalzo dell’economia mondiale, dopo la profonda recessione registrata lo scorso anno, grazie in particolare all’avanzamento dei programmi di vaccinazione contro il Covid-19 (soprattutto nei Paesi più avanzati) e alla progressiva rimozione delle misure restrittive. Rimangono tuttavia potenziali divergenze nel ritorno alle dinamiche di crescita ante-crisi, con diversi Paesi che dovranno attendere almeno il 2022 per un pieno recupero del Pil. Tale eterogeneità è ascrivibile a una molteplicità di fattori, tra cui la capacità di gestione della pandemia, l’efficacia delle politiche adottate, oltre che le caratteristiche strutturali delle singole economie.
Le vendite italiane all’estero stanno facendo segnare un rimbalzo rispetto alla crisi scatenata dalla pandemia nel 2020, riflesso del ritorno alla crescita degli scambi globali. Ecco quali sono i possibili scenari per le nostre aziende che commerciano con gli altri Paesi, secondo il Rapporto Export 2021 di SACE.
Il Rapporto, giunto alla sua quindicesima edizione, è stato presentato il 14 Settembre, con la partecipazione del ministro dell’Economia Daniele Franco, del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, dell’amministratore delegato Enel Francesco Starace, e della presidente di Poste Italiane Maria Bianca Farina.
Nel Rapporto, Sace delinea tre scenari di crescita, visto il contesto di incertezza ancora elevato nel quale ci troviamo, basati su assunti differenti rispetto a quelli dello scenario base, in relazione a importanti variabili che trainano la ripresa economica mondiale, come la fiducia di imprese e famiglie o la campagna vaccinale, cercando di quantificarne gli effetti sulle esportazioni italiane.
Lo “scenario Base”
Nello scenario base – quello a maggior probabilità di accadimento – le esportazioni italiane di beni in valore cresceranno quest’anno dell’11,3%, , con pieno ritorno ai livelli pre-pandemia già nel 2021 quando le vendite raggiungeranno 482 miliardi. Nel 2022 la crescita sarà del 5,4% e del 4% nel biennio successivo. Tale ritmo, superiore di quasi un punto al tasso medio pre-crisi (+3,1%, in media annua, tra 2012 e 2019), consentirà di raggiungere nel 2024 il valore di 550 miliardi di export di beni.
Scenario “Confidence Bost”
In questo senso, un primo scenario alternativo, con probabilità di accadimento del 25% circa, si basa su ipotesi migliorative legate a una spinta positiva al clima di fiducia globale, che porterebbe le famiglie a spendere a un ritmo ancora più rapido i risparmi accumulati durante le fasi critiche della pandemia con effetti benefici, di riflesso, per le imprese. In questo scenario, la crescita delle nostre esportazioni risulterebbe più intensa sia nel 2021 che nel 2022 (nell’ordine, +3,4 e +3,7 punti percentuali rispetto al baseline).
Scenario “Nuove varianti”
È opportuno tuttavia considerare anche potenziali rischi al ribasso derivanti da una eventuale minore efficacia delle vaccinazioni (a fronte di nuove varianti del virus), con ripercussioni negative sulla fiducia delle imprese e delle famiglie vincolate da un possibile ritorno di misure restrittive. Su questa base ipotetica è stato quindi elaborato un secondo scenario alternativo - la cui probabilità di accadimento appare nell’ordine del 10% circa - che delinea un quadro in cui la crescita delle nostre esportazioni sarebbe più limitata quest’anno (+7,2%) e pressoché nulla nel 2022. Il pieno recupero delle vendite Made in Italy nei mercati esteri sarebbe quindi rimandato al 2023.
"Il periodo che stiamo attraversando sarà uno spartiacque per la nostra storia", ha detto il presidente di Sace Rodolfo Errore.